Prima di entrare nella stanza e iniziare la visita non dimenticarti di chiedere al medico/tutor le informazioni sullo stato di salute del paziente e comunque non effettuare manovre diagnostiche senza avere ottenuto il preventivo consenso informato del paziente.

Come studenti, siamo spesso tentati di cogliere ogni occasione per mettere in pratica sui pazienti tutto ciò che abbiamo appreso durante lo studio teorico. Nonostante questa comprensibile propensione, è imperativo ricordarsi di considerare il paziente non come una cavia su cui esercitarsi ma come una persona, dotata di esigenze e sensibilità non trascurabili. Allo stesso modo, focalizzarsi su un singolo aspetto patologico potrebbe portare a trascurare l’insieme delle condizioni di salute del paziente a livello fisico, psicologico e di benessere generale. È quindi imprescindibile, per dei futuri medici, apprendere fin dagli anni di formazione come valutare questi aspetti nella loro totalità prima ancora di intraprendere qualsiasi percorso diagnostico e terapeutico. Parimenti la raccolta del consenso informato va visto come momento fondamentale per parlare con il paziente, informarlo sulle indicazioni e controindicazioni all’indagine proposta ed eventuali alternative diagnostico/terapeutiche evitando che venga vissuta come pura formalità burocratica.

Principali fonti bibliografiche

1. Roli Mathur, Rajib Kishore Hazam, Kalyani Thakur (2017) When Patients Become Guinea Pigs – A fictitious case of ethics dumping based on real events; case study for TRUST project.
2. H. W. Romana Is Evidence-Based Medicine Patient-Centered and Is Patient-Centered Care Evidence-Based? Health Serv Res. 2006 Feb; 41(1): 1–8.
3. L. A. Siminoff Incorporating patient and family preferences into evidence-based medicine. BMC Med Inform Decis Mak. 2013; 13(Suppl 3): S6.

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