Non procedere all’induzione del travaglio di parto prima di 39 settimane + 0 giorni se non vi sono appropriate indicazioni materne o fetali.

L’induzione del parto medicalizza un evento fisiologico e può causare alcuni effetti avversi tra cui l’allungamento della fase latente del travaglio e l’aumento della perdita ematica. Pertanto l’induzione è indicata solo quando il proseguimento della gravidanza può comportare un reale pericolo per il feto o per la madre. L’induzione a termine non aumenta il rischio di taglio cesareo.
In caso di gravidanza protratta l’induzione non deve essere proposta prima di 41 settimane+ 3 giorni bensì entro 42 settimane + 0 giorni (3) o nella gravidanza a termine per oligoidramnios isolato, se AFI (Amniotic Fluid Index) inferiore a 50 mm o tasca massima inferiore a 20 mm,dopo idratazione orale con 2000 ml.

Principali fonti bibliografiche

1. Vrouenraets FP et al. Bishop score and risk of cesarean delivery after induction of labour in nulliparous women. Obstet. Gynecol 2005;105:690-697.
2. Wood S et al. Does induction of labour increase the risk of cesarean section? A systematic review and meta-analysis of trials in women with intact membranes. BJOG. 2014;121:674-685.
3. Induction of labor : Evidence based Clinical Guideline N 9 Royal College of Obstetricians and Gynaecologists July 2008.
4. Rossi AC et al. Perinatal outcome of isolated oligohydramnios at term and post term pregnancy: a sistematic review of literature with meta-analysis. J Obstet Gynecol Reprod Biol 2013 169(2)149-54.

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