Non richiedere test che indagano geni associati al metabolismo del cibo e alle intolleranze alimentari (test genetici per nutrizione) per definire un percorso dietetico

Molti test utilizzati a scopo nutrizionale non sono da ritenersi informativi in quanto prendono in considerazione solamente una parte della componente genetica associata a caratteri multifattoriali, quali intolleranze alimentari e caratteristiche metaboliche individuali. I test genetici attualmente disponibili in questo ambito vanno quindi considerati come uno strumento aggiuntivo nelle mani del professionista (genetista, endocrinologo, nutrizionista, dietista, etc.) per capire meglio le caratteristiche di ogni individuo e di conseguenza definire meglio un percorso dietetico e/o una serie di consigli nutrizionali. A titolo d’esempio non ha alcun senso eseguire questi test genetici in assenza di 1) precise informazioni sullo stato generale di salute di ogni individuo, 2) dati strumentali e di laboratorio (ad esempio peso, altezza, Body Mass Index (BMI), massa magra/grassa, parametri biochimici, etc.), 3) tipo e quantità di attività fisica svolta settimanalmente, 4) diario nutrizionale.
Buona pratica: informare correttamente che le varianti riscontrate sono polimorfismi presenti anche nella popolazione normale, che il test presenta una esclusiva valenza predittiva e che di per sé non definisce un percorso dietetico. È raccomandato rivolgersi al genetista medico o allo specialista di branca. La consulenza genetica permette di comprendere il test e le eventuali implicazioni.

Principali fonti bibliografiche

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2. Li SX, Ye Z, W helan K, Truby H.; The effect of communicating the genetic risk of cardiometabolic disorders on motivation a nd actual engagement in preventative lifestyle modification and clinical outcome: a systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. Br J Nutr. 2016 Sep;116(5):924-34. doi: 10.1017/S0007114516002488. Epub 2016 Jul 13
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