Non ritardare l’inizio delle cure palliative nei malati terminali.

La qualità delle cure offerte ai malati terminali ospedalizzati non è ottimale, soprattutto a causa del fatto che, per inerzia organizzativa e attitudine mentale, nei reparti per acuti (come sono le Medicine Interne) si tende a mantenere a oltranza standard di procedure terapeutiche e diagnostiche futili, orientate alla malattia piuttosto che ai reali bisogni del paziente. Ciò determina l’insufficiente controllo dei sintomi chiave che caratterizzano la terminalità (dolore, dispnea, agitazione, secrezioni respiratorie, etc.), con impatto negativo sui pazienti, sui familiari e sugli operatori sanitari stessi. L’adozione di protocolli di cure specificamente concepiti (“care pathways”) introduce maggior sollievo e dignità al fine vita, non accelera il decesso, e anzi è dimostrato che prolunga la vita in casi selezionati.

Principali fonti bibliografiche

1. Ellershaw J, Ward C. Care of the dying patient: the last hours or days of life. Brit Med J 2003; 326(7379): 30-4.
2. Costantini M, Ottonelli S, Canvacci L, Pellegrini F, Belcaro M. The effectiveness of the Liverpool care pathway in improving end of life care for dying cancer patients in hospital. A cluster randomized trial. BMC Health Serv Res 2011; 11: 13.
3. Lusiani L, Bordin G, Mantineo G, Roncato P, Favaro L, Tessaro L, Sandonà L, Bordin F. Cure di fine vita nei pazienti oncologici terminali in Medicina Interna. It J of Med 2012; 6: 110-5.
4. Temel JS, Greer JA, Muzilkansky A, Gallagher ER, Admane S, Jackson VA, Dahlin CM, Blindermann CD, Jacobsen J, Pirl WF, Billing JA, Lynch TJ. Early palliative care for patients with metastatic non-small lung cancer. N Engl J Med 2010: 363: 733-42.

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