Sono stati pubblicati i risultati dell’indagine multinazionale sulle cure primarie definita nell’ambito della rete Choosing Wisely International, l’Università di Helsinki e la Finnish Medical Society Duodecim:
Perspectives on low-value care and barriers to de-implementation among primary care physicians: a multinational survey (BMC Primary Care, biomedcentral.com).

L’indagine, rivolta ai medici di medicina generale, ha riguardato le pratiche a basso valore clinico e la loro de-implementazione nel contesto delle cure primarie e si è svolta tramite un questionario online riguardante: conoscenza delle raccomandazioni di Choosing Wisely, attitudini verso sovradiagnosi e sovratrattamento, ostacoli alla deimplementazione delle cure a basso valore clinico.

Hanno partecipato sei Paesi ad alto reddito: Austria, Finlandia, Grecia, Italia, Giappone e Svezia. Sono emerse differenze tra i diversi Paesi.

Secondo le conclusioni dell’articolo, oltre l’80% dei medici di cure primarie considera l’eccesso di trattamento e la sovradiagnosi un problema nell’assistenza sanitaria del proprio Paese, ma meno (circa il 50%) nella propria pratica. La mancanza di tempo, la paura dell’errore e le pressioni dei pazienti sono ostacoli comuni alla de-implementazione nei Paesi ad alto reddito e dovrebbero essere riconosciuti quando si pianifica l’assistenza sanitaria. A causa dell’ampia varietà di ostacoli alla deimplementazione e delle differenze nella loro importanza nei diversi contesti, comprendere le barriere locali è fondamentale quando si pianificano le strategie di de-implementazione.

Per l’Italia ha partecipato l’Agenzia Regionale di sanità della Toscana (ARS) con Paolo Francesconi e Benedetta Bellini; Slow Medicine/Choosing Wisely Italy, con Paola Mosconi e Sandra Vernero, ha fornito un contribuito alla ricerca.

Qui primi risultati dell’indagine in Toscana