Non prescrivere di routine antibiotici a pazienti affetti da infezioni acute delle vie aeree superiori. Valutarne l’opportunità nei pazienti a rischio di infezioni delle vie aeree inferiori o in caso di peggioramento del quadro clinico dopo qualche giorno.

Non prescrivere di routine antibiotici a pazienti affetti da infezioni acute delle vie aeree superiori. Valutarne l’opportunità nei pazienti a rischio di infezioni delle vie aeree inferiori o in caso di peggioramento del quadro clinico dopo qualche giorno.

Le infezioni delle vie aeree superiori (otiti comprese) hanno per lo più origine virale e guariscono spontaneamente in pochi giorni. L’uso di routine degli antibiotici espone al rischio di sviluppare resistenze ed effetti collaterali. I pazienti a rischio di infezione...
Non prescrivere di routine antibiotici a pazienti affetti da infezioni acute delle vie aeree superiori. Valutarne l’opportunità nei pazienti a rischio di infezioni delle vie aeree inferiori o in caso di peggioramento del quadro clinico dopo qualche giorno.

Non prescrivere di routine inibitori di pompa protonica (IPP) a pazienti senza fattori di rischio per malattia ulcerosa. Nella malattia da reflusso gastroesofageo prescriverli alla più bassa dose in grado di controllare i sintomi, educando il paziente ad auspicabili periodi di sospensione.

Gli IPP sono prescritti abitualmente in associazione a terapie di cui si teme un potenziale effetto gastrolesivo, accertato per i FANS (evidenza di tipo A), ma non per steroidi, anticoagulanti, antineoplastici, antibiotici. L’assunzione di IPP è probabilmente...
Non proseguire cronicamente la terapia con Inibitori di Pompa Protonica (IPP) oltre le indicazioni previste da scheda tecnica (es. 4-8 settimane per il trattamento del reflusso gastroesofageo) ma ridurre la dose (ad esempio, passando da due volte al giorno a una volta al giorno) o interrompere l’IPP e usarlo su richiesta.

Non proseguire cronicamente la terapia con Inibitori di Pompa Protonica (IPP) oltre le indicazioni previste da scheda tecnica (es. 4-8 settimane per il trattamento del reflusso gastroesofageo) ma ridurre la dose (ad esempio, passando da due volte al giorno a una volta al giorno) o interrompere l’IPP e usarlo su richiesta.

È importante che gli IPP vengano utilizzati per il più breve tempo possibile, dato che in letteratura è emerso che se utilizzati a lungo termine (più di 4-8 settimane) aumentano il rischio di: deficit di assorbimento di nutrienti essenziali come il calcio e la...
Non proseguire cronicamente la terapia con Inibitori di Pompa Protonica (IPP) oltre le indicazioni previste da scheda tecnica (es. 4-8 settimane per il trattamento del reflusso gastroesofageo) ma ridurre la dose (ad esempio, passando da due volte al giorno a una volta al giorno) o interrompere l’IPP e usarlo su richiesta.

Non preferire la formulazione antibiotica per via endovenosa rispetto a quella orale se dopo 48 ore di terapia il paziente (sia pediatrico che adulto) rispetta i criteri di cambio EV-OS ovvero risulta: apiretico, in grado di assumere un farmaco per os, in miglioramento clinico, non affetto da infezioni batteriche profonde ad alto rischio. (Raccomandazione green)

Come dimostrato da molti lavori scientifici e raccomandato da numerose linee guida (NICE, OMS) il trattamento con antibiotici per via endovenosa dovrebbe essere cambiato prontamente in terapia orale una volta soddisfatti i criteri di cambio EV-OS (oppure interrotto se...