Non praticare cateterismo vescicale con presidi in lattice e a due vie, di calibro inferiore a 22 ch per gli uomini e 20 ch per le donne, in pazienti con diagnosi sospetta e/o accertata di macroematuria.
L’utilizzo e la gestione inappropriata del cateterismo vescicale può determinare fino al 40% delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali, con conseguente aumento di morbilità e di costi.In caso di macroematuria è indicato utilizzare presidi che abbiano come requisiti minimi la grandezza indicata, il materiale siliconato e le tre vie.
Da questi dati deriva la necessità di standardizzare le conoscenze e le competenze di tutti i professionisti che si trovano a dover eseguire la procedura del cateterismo vescicale, soprattutto nell’intento di prevenire le infezioni associate a tale pratica. Nell’assistenza ai pazienti con macroematuria sospetta e/o accertata, la corretta scelta del presidio permette una efficace gestione del processo assistenziale, riducendo significativamente la possibilità di insorgenza di ostruzione del catetere, di traumatismi uretrali e/o infezioni urinarie poiché, qualora si presentino tali condizioni, si rende molto spesso necessario ripetere la procedura di cateterismo con conseguente esposizione del paziente ai rischi derivati dalla manovra.
Principali fonti bibliografiche
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4. Associazione infermieri di urologia ospedaliera. Nursing in endourologia dell’alto apparato urinario. Pavan G. (a cura di). Milano: Masson; 2004.
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PDFTutte le informazioni sopra riportate non sostituiscono la valutazione e il giudizio del professionista. Per ogni quesito relativo alle pratiche sopra individuate, con riferimento alla propria specifica situazione clinica, è necessario rivolgersi al professionista.