Non prescrivere antibiotici allo scopo di prevenire le complicanze infettive da neutropenia, in pazienti neoplastici trattati con chemioterapia a dosi standard.
La complicanza più frequente della chemioterapia è la mielotossicità con particolare riferimento alla neutropenia che rappresenta una grave causa di compromissione delle difese immunitarie con rischio d’infezioni, sepsi e setticemia. Di norma gli agenti patogeni interessati sono di tipo batterico, anche se non si possono escludere infezioni virali o micotiche. Per molti anni si è ritenuto indicato un trattamento profilattico con antibiotici a largo spettro, come ad esempio i chinolonici. Oggi sappiamo che non esiste alcuna evidenza scientifica dell’utilità di tale pratica.Il trattamento con antibiotici è indicato solo nei casi di neutropenia febbrile, che nel paziente neoplastico immunocompromesso rappresenta un’evenienza molto grave, talvolta letale, e nei rari casi d’infezione clinica afebbrile. In entrambi i casi è indicato eseguire un antibiogramma allo scopo di prescrivere una terapia antibiotica mirata. Se la situazione di particolare urgenza clinica lo richiede, nell’attesa del responso dell’antibiogramma, può essere indicato un trattamento antibiotico urgente, scelto con criteri empirici di ordine clinico.
È noto che la somministrazione di antibiotici può provocare reazioni allergiche anche gravi, fino allo shock anafilattico e generare resistenza dei batteri agli antibiotici, soprattutto se impiegati in modo inappropriato (senza indicazione), con posologia sotto dosata o per un tempo troppo breve.
Principali fonti bibliografiche
1. NCCN Guidelines Version 1.2013. NCCN Prevention and Treatment of Cancer-related Infections Guidelines. http://www.nccn.org/professionals/physician_gls/pdf/infections.pdf
2. Freifeld AG, et al. Clin Infect Dis 2011; 52:e56-93.
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