Non riscaldare il latte a temperature inadeguate per evitare la decomposizione nutritiva e conservarlo in maniera adeguata.

Le alte temperature (superiori agli 80 °C) alle quali il latte è esposto possono indurre variazioni nel profilo di grasso rispetto al latte umano fresco. È necessario rispettare la giusta preparazione per non provocare la distruzione dei nutrienti. Le modifiche maggiori nel latte surriscaldato rilevate da evidenze scientifiche riguardano amminoacidi essenziali per la crescita umana. Il giusto riscaldamento del latte (in particolare quello in polvere) deve essere garantito ad una temperatura non inferiore ai 70°C per evitare la proliferazione di batteri, di cui il più temuto e comune è E. sakazakii, responsabile di meningite, setticemia ed enterocolite necrotizzante. Anche la conservazione del latte artificiale (liquido o preparato), una volta aperta la confezione, riveste importanza: deve restare in un frigorifero funzionante a 4°C fino al momento dell’uso successivo poiché si riduce la crescita batterica rispetto a temperature comprese tra 5°- 65 °C.

Principali fonti bibliografiche

1. Meltretter A, Becker C, Pischetsrieder F: Identification and site-specific relative quantification of beta-lactoglobulin modifications in heated milk and dairy products. Pubmed J Agric Food Chem. 2008 Jul 9; 56(13): 5165-71.
2. Bransburg-Zabary S, Virozub A, Mimouni: PUBmed. Human Milk Warming Temperatures Using a Simulation of Currently Available Storage and Warming Methods. 2015 Jun 10; 10(6): e0128806.
3. Giovannini M, Verduci E, Ghisleni D, and al: The Journal of International Medical Research;Enterobacter sakazakii: An Emerging Problem in Paediatric Nutrition 2008; 36: 394–399.

Scarica la scheda completa con le 5 raccomandazioni

PDF

Tutte le informazioni sopra riportate non sostituiscono la valutazione e il giudizio del professionista. Per ogni quesito relativo alle pratiche sopra individuate, con riferimento alla propria specifica situazione clinica, è necessario rivolgersi al professionista.