Non prescrivere di routine farmaci ipolipemizzanti nei pazienti con aspettativa di vita limitata.
Nonostante un terzo degli over 75 assuma una terapia ipolipemizzante, le più recenti linee guida internazionali ne pongono indicazione nei soggetti di età maggiore di 70 anni principalmente in prevenzione secondaria; la terapia ipolipemizzante è da considerare in prevenzione primaria, seppure con basso livello di evidenza, solo per i pazienti con rischio cardiovascolare molto alto, in un’ottica di individualizzazione della scelta terapeutica in accordo con il performance status, le comorbidità e le aspettative del singolo paziente. In particolare nei soggetti di età maggiore di 80 anni la decisione dovrebbe essere guidata principalmente dall’aspettativa di vita, da eventuali condizioni patologiche terminali (compresa la demenza avanzata) e dalla fragilità, fattori che tra l’altro condizionano l’aderenza alla terapia ed espongono maggiormente ad eventi avversi (miopatie, diabete di nuova insorgenza, interazioni farmacologiche). A fronte di una aspettativa di vita limitata, ovvero inferiore a 10 anni, l’avvio di una terapia con statine non è supportato da evidenze scientifiche e la sua prosecuzione opinabile.
Principali fonti bibliografiche
1. Visseren FL, Mach F, Smulders YM, et al. 2021 ESC Guidelines on cardiovascular disease prevention in clinical practice. Eur Heart J 2021; 42:3227-337. doi: 10.1093/eurheartj/ehab484.
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