In occasione del Consiglio Direttivo dell’8 luglio 2013 sono state rese ufficiali da parte della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM), 5 pratiche ad alto rischio d’inappropriatezza identificate secondo le indicazioni di Slow Medicine nell’ambito del progetto “Fare di più non significa fare meglio”.
È stata effettuata una revisione della letteratura basandosi sulle pratiche di uso comune nella clinica che non determinano nella maggior parte dei casi una decisione clinica. Le pratiche selezionate sono state scelte in base alla scarsa efficacia, al rischio di danni da esposizione inappropriata a radiazioni ionizzanti, al rischio di sovra diagnosi e sovra trattamento e all’alta diffusione in Italia; sono inoltre per lo più caratterizzate da alti costi. L’identificazione delle procedure ha tenuto conto dei criteri di appropriatezza dell’ACR http://www.acr.org/Quality-Safety/Appropriateness-Criteria e dell’Accordo, ai sensi dell’art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, tra il Ministro della salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano sul documento relativo alle “Linee guida per la diagnostica per immagini”. Le fonti bibliografiche sono state riviste a dicembre 2022.
Ancorché ai sensi della normativa e in particolare del D.Lgs. 101/ 2020 del 31 luglio 2020 (attuazione della Direttiva 213/59/Euratom), la giustificazione di queste prestazioni sia di competenza dello specialista medico radiologo assieme al prescrivente, la giurisprudenza e la pratica quotidiana rendono difficile respingere con costanza queste richieste in assenza di un’opportuna sensibilizzazione dei medici prescriventi e della popolazione.
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