Le 5 pratiche sono state individuate da 5 Gruppi di Studio (GdS) della nostra Associazione ognuno dei quali ha indicato una pratica, comunemente effettuata in Italia, per la quale esistono motivi fondati per ritenere possibile un suo utilizzo inappropriato, che non apporta significativi benefici ai pazienti o addirittura sconfina in un “overtreatment”. L’impatto di queste pratiche inappropriate è verosimilmente assai ridotto dal punto di vista economico perché i nostri volumi di attività sono esigui rispetto al resto della Diagnostica per immagini, nondimeno le liste di attesa che si creano possono condizionare (soprattutto per la PET con 18F-FDG) la tempistica di alcuni LEA oncologici (staging preoperatorio, valutazione risposta al trattamento dopo 2 cicli di chemioterapia et al.). Pur non figurando pratiche inappropriate di medicina nucleare cardiologica, che pure costituiscono parte importante della nostra attività diagnostica, si conferma che anche per questo importante ambito è indispensabile applicare correttamente i criteri di appropriatezza, con il duplice risultato di evitare studi inadeguati ed ancor più di focalizzare condizioni e fasce di patologie dove, al contrario, l’informazione ottenibile con imaging funzionale medico-nucleare è indispensabile per il work-up del paziente. Tra queste ad esempio, è purtroppo ancora storia dei nostri tempi che troppe procedure di cardiologia interventistica, di grande ricaduta economica considerato il costo degli stent, vengono eseguite in assenza di una chiara documentazione di ischemia (ottenibile con la scintigrafia) ma solo sulla base del dato anatomico di stenosi coronarica: in questo specifico caso forse non vale il “fare meno” ma certamente il “fare meglio”.